Da molte parti d’Italia arriva la protesta univoca: Circo con gli animali no. Insomma non più questa forma di burattinaggio

Circo con gli animali no
Burattini PhotoCredit Lav

Divertiamoci al Luna Park

Cerchiamo di diffondere questa voce: Circo con gli animali no. Non siamo sottosviluppati, non siamo bestie, apparteniamo alla razza umana che può parlare e allora, utilizziamolo questo dono, in favore di chi non può difendersi.

Gli animali nelle gabbie. I domatori che stridono la frusta. Un biglietto per guardare la sofferenza. Questo è davvero il pacchetto che volete offrire a un bambino?

Mi ricordo che, sin da piccola, ho avuto un’avversione a questa forma di divertimento. Mi sono posta a dieci anni la signora delle domande: ma quanto si divertono la tigre, l’elefante, la scimmia?

Prima di arrivare davanti a un pubblico ogni animale, che fa parte della grande famiglia dei circhi, viene addomesticato e non è dato sapere come. Per quanto mi riguarda potrebbe essere sedato, sottoposto a torture, privato di ogni forma di diritto.

Non c’è umanità nei circhi. Quando è nato le Circle du Soleil ho pensato che, una nuova epoca, stesse prendendo il sopravvento e che avrebbe prevalso la novità, lo spettacolo dei colori, della musica, delle suggestioni visive e immersive. Invece, siamo ancora qui a definire questa parola, circo con gli animali.

Circo con gli animali no
In carcere PhotoCredit mexico news network

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Il modo subdolo, tra l’altro, con cui il circo pianta le tende su un territorio, non loro, è la dimostrazione di quanto poco rispetto possano avere per gli animali. Hanno capito che le leggi sono dalla loro parte e che se pagano un terreno privato, nemmeno un’amministrazione comunale contraria, può fare molto. E quindi si posizionano in bella vista, affiggono manifesti ovunque, girano con carrelli aperti in modo da esibire l’animale per le strade, catturano l’attenzione dei più piccoli.

Ma è il genitore a fare la differenza. Questo è un fatto importante da non sottovalutare mai. Se i biglietti restassero invenduti i circensi sarebbero costretti a reinventarsi uno spettacolo senza animali, adeguarsi alle nuove richieste di mercato.

Spesso però sono proprio gli adulti i corresponsabili di questi abusi. Mentre per fortuna, molti, hanno preso le distanze da queste tradizioni e appoggiano lo slogan il Circo con gli animali no, altri invece non sanno o non voglio sapere cosa si celi dietro le esibizioni.

Non può essere più ammissibile, non è uno spettacolo degno e, soprattutto, un animale in gabbia che ubbidisce a schianti di frusta non può essere un esempio positivo da dare ai propri figli.

Circo con gli animali no
Addomesticamento PhotoCredit thefournal.ie

Nei panni dell’animale da circo

Così come lo zoo, o bioparco che si chiami ma poco cambia nella sostanza, anche il circo viene scambiato per un luogo in cui gli animali hanno una casa, vengono accuditi. Si pensa, quindi, erroneamente che stiano bene.

Niente di più falso.

Provate a chiudere gli occhi e a capire se voi stareste bene dentro una gabbia. Cercate di vedere la frusta che vi serpenteggia davanti agli occhi, minacciosa. Guardate in faccia il domatore perché lui non è vostro amico, è il vostro aguzzino, quello che decide se mangerete e quante frustate prenderete se l’esercizio non vi sarà riuscito.

La verità è scritta negli occhi di questi animali, privi di luce, arresi al loro destino. Imprigionati senza aver commesso reato.

Si deve reagire di fronte ai soprusi e non, voltarsi dall’altra parte o, addirittura, applaudire alle frustate. Bisogna essere in grado di motivare a un figlio del perché il circo con gli animali no, non dovrebbe esistere.

Dargli la possibilità di sapere a cosa sta assistendo in realtà vuol dire metterlo nella posizione migliore, abituarlo a porsi delle domande e prendere delle decisioni. Presto il divertimento non è più divertimento.

Perché il pubblico possa assistere allo spettacolo, perché una tigre salti nell’anello del fuoco, perché un elefante si metta su due zampe, è necessario che gli animali abbiano subito ogni forma di violenza, privazione della libertà, schiavitù.

Detto questo, il bambino potrà anche decidere di volerlo vedere lo stesso, partecipare ai reati, ma almeno con una propria coscienza, sapendo di esserne complice.

In fondo su certe tematiche ci si divide sempre. Io da bambina ho deciso di vedere cosa volesse dire per un animale far parte di un circo e successivamente prenderne le distanze. E ieri come oggi continuo a difendere quella posizione perché la mia voce, e quella di tanti altri, serva a difendere chi, voce non ha.

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Emanuela Gizzi
Se avessi un modo per definirmi non scriverei. Probabilmente sono l’insieme di tutte le parole che mi sono servite per definire altro. Probabilmente sceglierei un albero come simbolo di me stessa: le radici salde e i rami liberi.