I primi raggi di sole caldi, il profumo di fiori che spuntano nei prati e sugli alberi, le giornate che iniziano ad allungarsi… è aria di primavera e questi sono i segnali che invogliano gli animali a mettere il muso fuori dalla tana e svegliarsi dopo un lungo letargo durato per tutto l’inverno. E’ il momento di prepararsi a vivere una nuova ed impegnativa stagione.
In che modo gli animali si svegliano dal letargo?
A marzo, mentre sugli alberi compaiono i primi germogli, nelle tane scavate accuratamente gli animali si svegliano ed escono dal letargo. Il risveglio dal letargo è un processo lento, che dura da una a sei ore e generalmente avviene in due fasi:
- Termogenesi senza brivido o chimica: durante la prima fase avviene un riscaldamento del corpo non associato a contrazioni muscolari. Si riscaldano la testa, il torace, il cuore, la colonna vertebrale ed il cervello utilizzando le riserve di grasso accumulate nella zona del collo e delle spalle.
- Termogenesi da brivido: durante questa fase il corpo si riscalda con i brividi, ovvero le contrazioni muscolari involontarie che l’organismo sfrutta per produrre calore e far alzare la temperatura corporea.
Ma quali sono gli animali che si svegliano dal letargo?
Il letargo è un meccanismo fisiologico adottato da alcuni animali che hanno bisogno di proteggersi dal gelo. Ma quali sono gli animali che risparmiano le loro energie durante tutto l’inverno e a cui è arrivato il momento di dare il Buongiorno?
- L’orso: anche se è l’animale più famoso tra quelli che vanno in letargo, l’orso non cade in un vero e proprio letargo. La sua temperatura corporea si abbassa solo di qualche grado, normalmente da 37 a 31 gradi. Si sveglia per brevi periodi e le normali funzioni fisiologiche funzionano normalmente, anche se ridotte e le femmine sono persino in grado di partorire e allattare.
- Il ghiro: è il primo animale che va in letargo e tra marzo e aprile, dopo 6 lunghi mesi è pronto a svegliarsi. Durante il suo lungo letargo, il ghiro dedica qualche breve momento a sporadici pasti.
- Il riccio: abituato a dormire almeno 12 ore al giorno durante il periodo estivo, il riccio si concede l’intera giornata di sonno durante il suo lungo letargo che dura circa 5 mesi. Al suo risveglio, durante la termogenesi riacquista la sua normale temperatura corporea, passando dai 5 gradi durante il letargo ai soliti 37 gradi.
- Il pipistrello: in inverno si rifugia in grotte, edifici abbandonati o nei buchi degli alberi ma il suo sonno è molto leggero e se viene disturbato potrebbe anche cambiare rifugio. Al risveglio, il suo battito cardiaco passa dai 10 battiti al minuto, a 600 pulsazioni al minuto.
- Rettili e anfibi: le tartarughe, i serpenti e le rane, per avere energia hanno bisogno del calore del sole. Data la loro bassa temperatura corporea sono costretti a rintanarsi per sfuggire al grande freddo invernale.
- La marmotta: trascorre il suo letargo in compagnia di altri esemplari, normalmente nella tana da essa scavata a circa 3 metri di profondità.
Leggi anche “Arriva il freddo… e gli animali vanno in letargo”.
La tecnica del letargo è una funzione biologica che consiste nel ridurre al minimo le funzioni vitali di alcuni mammiferi e animali a sangue freddo. La temperatura corporea si abbassa, così come il battito cardiaco, e si riduce il metabolismo. Questo “risparmio energetico” permetterà di sopravvivere fino all’arrivo della primavera… Continua a leggere l’articolo, clicca qui.
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