Articolo scritto da Fabio Filippelli
Come la maggior parte dei colubridi, anche la Natrice tassellata non possiede ghiandole velenifere, pertanto è completamente innocua per l’uomo. Inoltre, come le sue parenti Natrix natrix (Natrice dal collare) e Natrix maura (Natrice viperina) è una specie non mordace. Neanche in caso di maneggiamento e forte stress causato da fattori esterni.
Scambiata spesso per Vipera a causa della sua livrea dorsale (che ricorda, appunto, quella della Vipera), per difendersi tende ad imitare quest’ultima anche nei comportamenti. Se infastidita, infatti, appiattisce la testa conferendole una forma triangolare e comincia a simulare dei morsi, ma tenendo la bocca chiusa.
Altra tecnica difensiva molto utilizzata dalle Natrici è l’emissione di sostanze maleodoranti dalla cloaca. Talvolta utilizzate in combinazione alla tanatosi per fingersi morte agli occhi dei predatori. Proprio la tanatosi, poi, è la vera specialità delle Natrici. Se messe alle strette esse fingeranno di essere morte aggrovigliandosi su loro stesse in una posizione confusionaria, apriranno la bocca e tireranno fuori l’esile lingua biforcuta rimanendo in quella posizione finché l’eventuale predatore non si sarà allontanato.
Natrix tessellata è un’abile pescatrice, non a caso sia da piccola, che da adulta (eccetto brevi periodi in cui depone le uova) è molto legata ad ambienti acquatici. Piccoli torrenti ma anche laghi e fiumi che non ospitano un numero troppo alto di predatori (varie specie di uccelli, pesci predatori come gli invasivi siluri, volpi, ecc.).
Le sue prede preferite sono infatti varie specie di anfibi (principalmente rane rosse, rane verdi, tritoni, rospi comuni e rospi smeraldini) e pesci. Questi ultimi vengono catturati mediante una particolare saliva che li paralizza nel momento del morso (l’effetto sull’uomo è pressoché nullo). E poi trascinati fuori dall’acqua dove vengono ingollati interi.
Protetta da leggi europee e regionali, ne sono vietati l’uccisione e il maltrattamento. (come anche per tutte le altre specie di rettili e anfibi italiani) con sanzioni anche molto salate…
Nel periodo storico in cui ci troviamo, in cui bastano pochi click per informarsi correttamente e scongiurare le varie paure/fobie (spesso dovute a credenze e leggende totalmente infondate), uccidere questi abili predatori è soltanto un gesto che denota ignoranza. Nonché un grave danno per l’ecosistema già compromesso per una miriade di motivi.
Con il lento ma (per il momento) inarrestabile declino di questi animali, la cosa migliore da fare in caso di un raro incontro ravvicinato è semplicemente fermarsi a pensare al fortunato avvistamento e godersi il momento, senza infastidire troppo la creatura che si ha davanti.
Fabio Filippelli
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