Ho sempre considerato l’educazione del cane come il mettersi nella condizione di non dover mai chiedere scusa per il comportamento del proprio cane.
Non intendo certo dire che il nostro cane debba diventare un soldatino ai nostri ordini. Assolutamente no. Intendo dire che, attraverso un percorso di reciproca conoscenza e insegnando al cane i comportamenti più appropriati e adatti a lui in vari contesti, potremo avere al nostro fianco un cane che si fida di noi e in grado di affrontare serenamente ogni situazione.
L’educazione del cane dovrebbe portarci ad avere un cane che ci ascolta, ma anche ad imparare ad ascoltare il nostro cane. Così da sapere quanto possiamo chiedere al nostro cane e quando invece stiamo pretendendo troppo.
Tempo, pazienza, impegno e rispetto sono degli elementi che non possono mancare per un proprietario che decide di intraprendere un percorso di educazione con il suo cane.
La base dell’educazione è rappresentata dalla relazione che siamo in grado di costruire con il cane. Questo ci permetterà di comunicare con il nostro cane e di insegnargli quei comportamenti utili per una serena convivenza insieme. L’educazione del cane quindi, è qualcosa che riguarda il cane, ma anche la persona. Entrambi devono capire come affrontare le varie situazioni.
Tra i comportamenti che possono far parte di un percorso di educazione del cane abbiamo:
Se il cane acquisisce queste competenze, diventa possibile per lui accompagnarci ovunque. Facendo però sempre attenzione che il luogo dove vogliamo portarlo, sia effettivamente adatto a lui, alle sue esigenze e alla sua natura. L’educazione del cane non deve mai prescindere dal rispetto nei suoi confronti.
C’è la strana convinzione che dopo una certa età, e non saprei nemmeno dire quale, l’educazione del cane adulto diventa impossibile. Non è così. Potrebbe essere difficile, ma mai impossibile. Quindi, se hai appena adottato un cane adulto o vuoi migliorare l’educazione del tuo cane, sei sempre in tempo.
Premessa importante: un percorso di educazione non è mai lineare, ma ogni competenza o comportamento che il cane deve imparare va allenata e ricordata ogni giorno, per permettere al cane di capirla davvero e memorizzarla.
Un primo passo è quello di definire una routine quotidiana che aiuti il cane a memorizzare queste regole.
Stabilisci gli orari delle uscite e rispettali. Non è necessario che siano precisi al minuto. Ti basta definire una fascia oraria in cui garantire al cane le sue passeggiate durante le quali potrà imparare:
Per la routine in casa, definisci orari e luogo in casa in cui il cane potrà consumare i suoi pasti. È sempre meglio che il cane mangi dopo le uscite e l’attività. Questo per dargli la possibilità di poter correre e giocare senza avere la digestione in corso e scongiurare, soprattutto per i cani di taglia grande, il rischio di torsione dello stomaco.
Individua la stanza e la zona in cui posizionare la sua cuccia, in cui potrà riposare durante il giorno e durante la notte. Puoi anche scegliere di avere una cuccia per il riposo notturno in camera da letto o in corridoio e un’altra per il riposo diurno in soggiorno. Io amo avere una cuccia in ogni stanza, così che il mio cane possa stare con me qualunque attività io debba svolgere in casa.
Abitualo gradualmente a passare alcune ore in casa da solo. Evita di lasciarlo solo nei primi giorni in cui lo hai accolto in casa, ma una volta che si è ambientato e ha familiarizzato con la sua routine quotidiana e gli spazi in casa, puoi procedere con il provare a lasciarlo solo.
Le prime volte è preferibile il momento dopo la passeggiata e il pasto, in modo che il suo interesse sia più orientato verso il riposare. E quindi è più facile che si metta a dormire mentre tu ti prepari per uscire. Le prime volte, non assentarti per troppo tempo. Venti o trenta minuti sono più che sufficienti per iniziare.
Anche quando avrà imparato, non lasciarlo mai a casa da solo per più di quattro ore di seguito. Il cane è un animale sociale, ama la compagnia e stare insieme al suo branco, non è fatto per passare intere giornate a casa da solo ad aspettare.
L’educazione del cucciolo potrebbe sembrare più semplice di quella di un cane adulto, perché il cucciolo ci arriva come una pagina bianca. Non ha condizionamenti di alcun tipo e quindi possiamo insegnargli le regole partendo da zero.
In realtà non è sempre così semplice. È vero che al cucciolo invece dobbiamo insegnare tutto da zero, ma il suo carattere e la nostra esperienza possono influenzare il processo di educazione, in positivo o in negativo.
Un cane adulto invece, può arrivare nella nostra casa avendo già memorizzate delle regole durante le sue esperienze passate.
Al cucciolo dovremo insegnare tutto ciò che abbiamo visto per l’educazione del cane adulto, a cui aggiungere:
Come per il cane adulto, anche per il cucciolo l’educazione di base deve includere i comandi di base più semplici come il seduto, il resta, il ritorno al richiamo e l’andare al guinzaglio. Il tutto va insegnato a piccole dosi, ma fin dal primo momento in cui il cucciolo entra in casa.
Pochi minuti al giorno, più volte al giorno, a distanza di 2-3 ore, è la soluzione ideale. Per pochi minuti intendo 3-4 minuti. Se ti aiuta, metti un timer quando decidi di dedicare del tempo ad insegnare qualcosa al tuo cucciolo. Lavora con lui finché il timer non suona, appena il timer suona è il momento di gioco, corse, esplorazione e svago.
Ancora più importante che nell’adulto, è il fatto di insegnare al cucciolo a socializzare e comunicare correttamente con gli altri cani e a relazionarsi con le persone.
Al contrario dell’adulto, il cucciolo ha tempi di attenzione davvero brevi, ma delle capacità di apprendimento e memorizzazione molto elevate. Vale la pena sfruttarle in modo da indirizzare fin da subito il cucciolo con una corretta educazione che gli permetta di imparare le regole più importanti su come comportarsi nelle situazioni più comuni della nostra quotidianità.
I metodi di addestramento più diffusi oggi, sono metodi basati sul rinforzo positivo, che rispettano il cane in quanto essere vivente e i tempi a lui necessari per imparare determinate competenze o comportamenti.
Per cui, se ti capita di finire in un campo dove la logica della punizione e dell’inibizione del cane è quella che prevale, ti conviene richiamare il tuo cane e andare alla ricerca di una figura professionale più rispettosa del tuo cane.
I metodi di addestramento gentile, non evitano la punizione a prescindere. Ma punizione e correzione che dovessero essere necessario applicare, seguono delle regole che sono ben lontane dal concetto di abuso che ancora troppo spesso si vede in quegli ambienti in cui si fa uso della coercizione.
Principalmente sono 3 i metodi con cui puoi educare il tuo cane:
A me è capitato di preferirne applicare uno rispetto agli altri, in funzione del cane con cui mi dovevo relazionare. Con certi cani la comunicazione e la comprensione reciproca è risultata più semplice attraverso l’applicazione del metodo tradizionale. Per altri è stato più proficuo l’uso del metodo gentile. Con altri ancora la freddezza che caratterizza il clicker training ha rappresentato un ottimo canale di comunicazione, soprattutto con quei soggetti particolarmente timidi per cui ogni movimento poteva rappresentare una minaccia.
Il metodo tradizionale si basa sull’utilizzo di premi e punizioni. È un metodo che prevede di rinforzare, con qualcosa che piace al cane, i comportamenti da lui espressi in maniera corretta. E di punire o correggere quelli non corretti.
Il rinforzo è rappresentato dai premi. E per premio si intende tutto ciò che piace al cane. Non solo cibo, ma anche gioco, carezze, possibilità di correre libero e qualunque attività che al cane piace. Ad esempio se un cane ama la pallina, la pallina rappresenta un premio. Per un cane che non ama la pallina, questa non verrà considerata come premio.
La punizione può essere negativa o positiva. Si parla di punizione negativa quando viene negato al cane qualcosa che lui desidera. Se ad esempio il cane vuole la pallina, ma non si comporta come dovrebbe, la punizione è rappresentata dal non concedendogli la pallina.
La punizione è positiva quando il cane riceve qualcosa che di fatto non vorrebbe. Non ascolta e tira al guinzaglio, come conseguenza riceve una sgridata verbale o una correzione della direzione scelta, se decide di tirare in una direzione diversa da quella considerata corretta.
Che sia positiva o negativa, la punizione, in questo metodo, viene sempre calibrata sul carattere del cane. Non è mai data per far soffrire il cane o per metterlo in difficoltà. Ma viene sempre utilizzata per permettere al cane di capire che certi comportamenti lo portano a qualcosa di negativo e non all’ottenimento della ricompensa desiderata.
Se così non fosse, non potremmo più parlare di metodo tradizionale, ma di metodo coercitivo.
Il metodo gentile è quello che prevede di lavorare rinforzando il cane per comportamenti considerati corretti, ignorando quelli non corretti e indesiderabili. Di conseguenza il comportamento sbagliato non porta a niente. Il cane non viene punito, non viene neanche considerato nel momento in cui propone un comportamento indesiderato.
Se guardiamo nel dettaglio, in realtà la possiamo considerare come una piccola punizione. Perché se il cane richiede attenzione con un atteggiamento sbagliato, non otterrà l’attenzione che cerca. Riceverà la nostra indifferenza, finché non propone un comportamento più corretto. Con questo secondo comportamento potrà ottenere sia la nostra attenzione che il premio che rappresenta il rinforzo positivo.
Questo è il metodo che io preferisco, perché lascia spazio alla comunicazione e all’interazione con il cane. Ci vede presenti e partecipi quando il cane si comporta bene e diventiamo semplicemente invisibili quando invece fa qualcosa di poco gradito. E mentre noi impariamo a muoverci e a modulare la voce correttamente, per farci capire dal nostro cane, contemporaneamente impariamo come si muove e comunica il nostro cane con noi.
Il clicker training è un metodo basato sulla teoria di apprendimento per prove ed errori. Come nel metodo gentile il rinforzo arriva quando il cane propone il comportamento corretto e se sbaglia, non succede niente, né di positivo né di negativo.
Si chiama clicker training perché prevede l’utilizzo di un clicker come segnale per far capire al cane che ha fatto giusto e che ha diritto a un premio. Un clicker è una scatoletta di plastica con una linguetta di metallo che, schiacciata con il dito, fa un clic clac particolare. Il cane memorizza questo suono e lo associa al premio.
L’intento del cane diventa quindi quello di proporre comportamenti che inducano la persona a utilizzare il clicker a suo favore. È un sistema molto divertente, soprattutto per i cani svegli e propositivi. Anche se per me è stato spesso di grande aiuto anche con i cani timidi e diffidenti.
Lo svantaggio, o vantaggio a seconda dei punti di vista, è la freddezza con cui si pone la persona durante una sessione di clicker training. Volendo lavorare in modo preciso e pulito, non ci deve essere nessun segnale da parte nostra, se non la cliccata al momento giusto e il dispensare il premio.
È un buon metodo per insegnare esercizi anche complessi, ma è un po’ freddo per quel che riguarda comunicazione e relazione.
Il mio consiglio è quello di abbinare il metodo gentile al clicker training. In modo da aver sempre la possibilità di comunicare con il nostro cane sia a livello vocale che imparando a muoverci correttamente. Aspetti che, da esperienze vissute sul campo, non sempre sono scontati.
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