Semplicemente perché l’argomento non può mancare in un giornale letto da migliaia di lettori. Per amore o per curiosità animali domestici o selvatici attraggono sempre la nostra attenzione.
Chi li possiede ne parla volentieri e la TV ha permesso di vivere straordinarie emozioni anche a coloro che, stando seduti in poltrona, hanno potuto godere la visione di fantastici safari (in swahili si traduce in viaggio). Senza l’onere di faticosi spostamenti o di viaggi economicamente non sostenibili è stata data a molti l’opportunità di conoscere un mondo esclusivo.
Così Karen Blixen descrisse, sorvolando il cratere di Ngoro Ngoro sul biplano di Denys Finch Hatton: “Vedere il mondo attraverso gli occhi di Dio”.
E per l’inizio di questo viaggio la proposta è scontata . Vi presento un cane che per arrivare da noi ha fatto un lungo viaggio un “safari” partito dalla ex Rhodesia, oggi Zimbabwe
Pretoria 23 ottobre 1957. In un articolo comparso nel quotidiano “STAR” il giornalista Norman Herd dopo aver riletto il libro “THE RHODESIAN RIDGEBACK”, scritto dal Maggiore Hawley, (anni ‘20) sottolinea il grande interesse suscitato in ambiente cinofilo nella diffusione e conoscenza della razza . Nel libro sono descritti l’origine, la storia e lo standard di questa razza.
Nonostante varie ricerche effettuate Dr. A. Kieser direttore dell’archivio dell’Unione Sud Africana rimane sconosciuta la sua origine . Non si sono trovate testimonianze o descrizioni su cani posseduti dai Voortrekkers, primi coloni europei in Sud Africa.
Alcuni esemplari appartenenti alla tribù degli Ottentotti che avevano la caratteristica cresta lungo la spina dorsale, furono notati da alcuni coloni che vivevano nella zona costiera del Capo e descritti da Teal nel suo rapporto sulle condizioni di vita in Sud Africa (anno 1505), nel seguente modo: “oltre a greggi di pecore l’unico animale domestico in possesso di questa etnia è un cane, una creatura orrenda , il corpo simile allo sciacallo, con una cresta lungo la spina dorsale che cresce in senso contrario . Nonostante l’aspetto questo cane è un animale fedele, adatto alla guardia e alla protezione del gregge.”
Si ritiene dunque possibile che la cresta sulla spina dorsale, elemento caratterizzante del Rhodesian, sia una dominante genetica conseguente all’incrocio tra cani da lavoro importati dai Boeri e i cani degli Ottentotti descritti da Teal.
Successivamente nel 1977 venne pubblicato il libro di Janet Murray dal titolo “THE RHODESIAN RIDGEBACK INDABA” fino ad oggi considerato la Green Bible per il contenuto di accurata ricerca sulle origini della razza e nel quale è riportata una notevole quantità di informazioni sullo standard adottato con rigore dai primi allevatori e amatori di questa razza dall’anno 1924 al 1974.
Lo standard di razza registrato nel 1924 a Bulawayo in Rhodesia è riconosciuto e adottato da tutti gli enti cinofili in ambito europeo. Nella foto “ESKDALE Connie “ Bulawayo Dog Show 1925
Conosciuto ed apprezzato nei paesi nordici ed in particolare da Inghilterra e Olanda presenti in Sud Africa fin dagli inizi del ‘600 il Rhodesian si è diffuso in Europa negli ultimi decenni. Nella mostra mondiale tenutasi a Vienna nel 1986 i soggetti iscritti nelle varie classi non superavano il numero di 40 divisi nelle varie classi.
I primi esemplari sono stati importati in Italia da allevamenti sud africani e dallo Zimbawe (ex Rhodesia) negli anni ’70. Ancor oggi non risulta essere un cane molto conosciuto se paragoniamo il numero di 241 Rhodesian Ridgeback iscritti all’ENCI (Ente nazionale Cinofilia Italiana), in relazione alle altre razze di segugi che oltrepassa le 13000 unità.
Il Rhodesian è dunque un cane da amatori, un distinto lord della specie canina. Il suo attaccamento a tutti i membri della famiglia lo differenzia da altre razze, le femmine in particolare sono affidabili custodi di bambini ed eccellenti baby sitter.
Il Rhodesian è un cane serio, non provate a giocare a palla con lui, al primo lancio forse la raccoglierà ma già al secondo vi guarderà con sguardo interrogativo. Come tutti i cani ama lo spazio, le camminate e le corse ma potrà stare per ore sdraiato sotto la scrivania ai piedi del suo amato proprietario.
Ottimo guardiano del proprio territorio, accetta di buon grado gli ospiti se ad aprire la porta di casa è il suo padrone, (brutto termine) meglio dire amico convivente.
Ama la comodità e senza dubbio sceglierà la poltrona migliore della casa e la difenderà con determinazione. In quanto a socializzazione può convivere con altre razze sempre con la distinzione e la consapevolezza di essere un “lord”.
E qui termino perché i ricordi alle volte fanno venire il groppo alla gola quando rivedo le foto, dei nostri 10 Rhodesian, veri amici fedeli che hanno rallegrato tutti gli anni trascorsi insieme.
Conservo i loro certificati di eccellenza ricevuti in mostre internazionale e poi Vienna… Mostra mondiale dove il mio Nyanga fu giudicato dal giudice “all round” Mr. Van Aacken che gli attribuì, per standard e carattere, il titolo di numero due al mondo. Lui non ne era consapevole ma i lord non si preoccupano dell’altrui giudizio.
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