Nel gennaio del 1941 Carlo Soriani si prese cura di un cane caduto in fosso. Da quel momento si stabilì un legame indelebile che andò oltre la scomparsa dell’amato padrone. Il cane fu chiamato Fido.
Soriani si recava ogni mattina alla fermata del bus per andare al lavoro a Borgo San Lorenzo, sempre accompagnato tutte le mattina dal suo inseparabile cane, Fido che ogni sera lo attendava alla fermata per il suo rientro.
Purtroppo il 30 dicembre del 1943 ci fu un violento bombardamento a Borgo San Lorenzo, e tra le tante vittime ci fu il Signor Soriani. Fido attese invano tutte le sere alla fermata del bus il suo padrone per ben quattordici anni, fino al giorno della sua morte avvenuta nel giugno del 1958.
Nel novembre 1957 il sindaco di Borgo San Lorenzo conferì a Fido una medaglia d’oro, e nello stesso anno venne realizzato un monumento dallo scultore Salvatore Cipolla, un’opera con la dedica “A Fido esempio di fedeltà”. All’inaugurazione era presente anche il cane.
La notizia della morte del cane fu diffusa dal quotidiano fiorentino ‘La Nazione’ con un titolo a quattro colonne, ‘La Domenica del Corriere’ celebrò Fido con una copertina firmata da Walter Molino, che ritraeva il cane in punto di morte sul ciglio della strada, con la corriera che ogni giorno attendeva sullo sfondo.
‘’La Domenica del Corriere’
22 Giugno 1958
E’ morto Fido. Il cane, al quale era stata assegnata una medaglia d’oro ed eretto un monumento, è morto. La sua storia è quanto mai commovente. Nel 1943 perse il padrone, vittima di un bombardamento aereo. Per quattordici anni, tutte le sere, la brava bestiola si recò ad attendere la corriera che solitamente riportava il suo amico a Luco di Mugello e si fermava finché non c’era più speranza di vederlo. Da qualche tempo, stanco e deperito, aveva sospeso le visite. L’altro giorno, presentendo la fine, volle recarsi all’ultimo appuntamento. Due ragazzi trovarono il suo corpo inerte sulla strada.’’
Fido venne commemorato con una cerimonia funebre e accompagnato fino all’esterno del cimitero dove fu sepolto accanto al suo padrone.
Questa storia potrebbe far riflettere chi possiede un cane: non deve essere trattato come un’oggetto oppure come un peluche. Ogni volta che vedo o sento parlare di cani abbandonati mi immagino la loro attesa e speranza di poter rivedere il proprio padrone.
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