Quando il freddo inizia a farsi sentire e le temperature iniziano ad irrigidirsi, molti animali vanno in letargo, per una questione di sopravvivenza. Infatti, il letargo per gli animali non è soltanto un lungo sonno, ma è un vero e proprio stratagemma per superare in modo economico le scarse offerte alimentari ed idriche che la stagione invernale offre. Altre specie animali, invece, preferiscono migrare in luoghi più floridi e caldi.
La tecnica del letargo è una funzione biologica che consiste nel ridurre al minimo le funzioni vitali di alcuni mammiferi e animali a sangue freddo. La temperatura corporea si abbassa, così come il battito cardiaco, e si riduce il metabolismo. Questo “risparmio energetico” permetterà di sopravvivere fino all’arrivo della primavera.
Lo stato di riduzione dei processi vitali di un animale si chiama quiescenza che permette all’acqua contenuta nel sangue dell’animale di non congelare, anche a temperature molto rigide. In questo modo, il flusso di sangue che lentamente continua a scorrere,garantisce la sopravvivenza delle cellule e degli organi.
Tutti gli animali che, con l’arrivo della stagione fredda, dovranno affrontare il lungo periodo di letargo, dovranno prepararsi adeguatamente, nutrendosi il più possibile durante l’estate e l’autunno. In modo da immagazzinare la quantità di grasso corporeo necessaria da poter sfruttare successivamente.
Non tutti gli animali hanno la capacità di andare in letargo. Gli animali che per eccellenza sono conosciuti per il loro letargo sono i ricci e i ghiri. Essi si rinchiudono nella loro tana arrotolandosi su se stessi e sono in grado di dormire in maniera continuativa per 6 mesi. Ma il letargo è tipico anche di animali come orsi, procioni, talpe, pipistrelli, tassi, marmotte, molte tartarughe di terra e anche alcuni rettili.
Le marmotte iniziano a preparare la loro tana dal mese di settembre con fieno e foglie. Dopo la scorta di grasso corporeo, si abbandonano al letargo, dormendo ininterrottamente fino a sei mesi e abbassando la temperatura corporea da 35 a 5 gradi. Anche la vipera e la biscia sono soliti andare in letargo quando le temperature si abbassano, per tornare poi a strisciare tra i prati all’arrivo della primavera.
Le volpi ed i lupi, ad esempio hanno anch’essi le loro strategie per superare l’inverno, pur rimanendo sempre attivi. Con l’arrivo dell’autunno la pelliccia si infoltisce funzionando da isolante contro il freddo, mentre per far fronte alla carenza di cibo la volpe dimostra la sua proverbiale furbizia: nei periodi di abbondanza accantona scorte alimentari seppellendole in tante piccole buche di 5-10 cm anziché in un unico magazzino. Si suppone che questa accortezza venga utilizzata per evitare di correre il rischio di perdere tutte le provviste in un’unica volta.
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