Dalmata (PixelwunderByRebecca by pixabay.com)
Chi ha un cane sa bene quando il loro amico a quattro zampe è triste o felice. La scienza conferma che i cani hanno sentimenti, anche se non possiamo comprendere completamente cosa stiano vivendo. La ricerca ha dimostrato ripetutamente l’influenza positiva degli animali domestici sul nostro stato d’animo e sulle nostre vite. In molti casi, le persone trovano più facile rivolgersi ai propri cani in momenti di disagio o tristezza rispetto agli amici e ai familiari.
Non sorprende che i cani siano utilizzati in terapie e programmi di riabilitazione per migliorare la salute mentale e offrire compagnia e affetto incondizionato. Sigmund Freud, fondatore della psicoanalisi, viene spesso riconosciuto come il pioniere accidentale della terapia assistita dai cani. Durante le sue sedute, era spesso accompagnato dal suo cane Jofi, un chow chow, il quale, con la sua presenza, riusciva a rendere i pazienti più rilassati e aperti. Durante la seconda guerra mondiale, si è notato ancora di più come la presenza dei cani sollevava il morale dei soldati feriti. Il caporale William Lynne, ad esempio, si faceva accompagnare da un terrier dello Yorkshire chiamato Smoky durante le visite agli ospedali di servizio in Nuova Guinea.
Negli anni ’60, è stato documentato il primo caso di studio di un cane che agiva come co-terapeuta. Lo psicoterapeuta statunitense Boris M. Levinson ha sostenuto che la presenza del suo cane Jingles aggiungeva una “nuova dimensione alla psicoterapia infantile”. Nonostante l’opposizione dei suoi colleghi, Levinson ha fortemente difeso l’uso dei cani come strumenti terapeutici.
È chiaro, quindi, che i cani hanno la capacità di comprenderci spesso più di quanto gli umani possano comprendersi tra di loro. Tuttavia, non sempre i cani vengono compresi dai loro padroni.
Quando un cane abbassa lo sguardo in seguito a un rimprovero, i padroni spesso pensano che sia la reazione di chi sa di essere colpevole. In realtà, per il cane, è semplicemente uno sguardo di sottomissione e paura di essere punito. Il cane reagisce così non perché sa di aver commesso un errore, o meglio, non ha una concezione di giusto o sbagliato, ma perché ha paura di essere punito sulla base di esperienze passate.
È molto difficile per gli umani accettare che il cervello dei cani non sia in grado di comprendere i concetti di giusto e sbagliato, e senza questa capacità, non possono provare sensi di colpa. Il cane che sembra colpevole ha semplicemente paura della tua reazione alla situazione, solitamente basata sull’esperienza passata.
Gli scienziati cercano di capire cosa provano i cani anche analizzando il loro ambiente ormonale. Ad esempio, alcuni studi hanno dimostrato che i cani aumentano i livelli di ossitocina quando vengono accarezzati. Questo ormone aiuta a creare il legame tra madre e figlio e anche tra animale domestico e proprietario.
D’altra parte, quando i cani si trovano in situazioni spiacevoli, i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, aumentano. In particolare, la solitudine influenza il loro umore, poiché i cani hanno bisogno di compagnia e raramente sono felici quando sono soli.
È difficile comprendere cosa provino i nostri amici a quattro zampe, ma una cosa è certa: spesso la comprensione reciproca è vitale sia per gli umani che per i cani. Anche se entrambe le specie non possono capirsi completamente, l’una è essenziale per il benessere dell’altra.
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