La società delle api, proprio come una perfetta società, si fonda su tre caste ben distinte, a cui si appartiene sin dalla nascita: la regina, le operaie e i fuchi, i maschi delle api.
La regina, che è sempre e soltanto una per ogni alveare, è la madre di tutto il suo popolo e nasce da un uovo fecondato che viene deposto nell’alveare, in una cella più grande delle altre, detta cella reale. E’ l’unica ad essere alimentata per tutta la vita con pappa reale, a differenza delle altre api che vengono nutrite con un impasto di miele, acqua e polline.
Il ciclo biologico di un’ape regina può durare fino a cinque anni, contro le poche settimane di un’ape operaia, e dalla sua attività dipende la sopravvivenza dell’intera comunità. Essendo l’unica ape fecondata, è lei che assicura lo sviluppo della famiglia ed il rinnovo della popolazione dell’alveare.
Già alcuni giorni dopo la nascita cominciano i voli nuziali durante i quali la regina si accoppia con più fuchi, immagazzinando una gran quantità di spermatozoi che serviranno al momento di deporre le uova durante tutta la sua vita. La fecondazione, infatti, non avviene subito dopo l’accoppiamento, ma alla deposizione delle uova, quando la regina deciderà se deporre nelle celle costruite dalle operaie uova fecondate dalle quali nasceranno i fuchi.
Le api operaie sono femmine sterili la cui vita dura dai quaranta giorni ai sei mesi. Nei primi tre giorno di vita l’ape operaia si occupa della pulizia delle celle. Dal quarto al nono giorno fa parte delle nutrici. Dal decimo al diciannovesimo assolve i compiti di guardiana, di ventilatrice e di produttrice di cera. Infine diventa bottinatrice, cioè si dedica alla raccolta di nettare e polline e alla produzione del miele.
Il fuco, la cui vita media è di circa cinquanta giorni, è il maschio dell’ape. E’ privo di pungiglione e ha il compito fondamentale di fecondare la regina. I fuchi che si riproducono muoiono subito dopo l’accoppiamento. Mentre gli altri vengono cacciati o uccisi dalle operaie in quanto non hanno alcuna funzione all’interno dell’alveare.
Un alveare per sostenersi nel corso di un anno ha bisogno di un gran quantitativo di miele, polline ed acqua.
Si è scoperto che le api comunicano fra loro con danze di vario tipo. Quando un’ape bottinatrice scopre una fonte di nettare, ritorna all’alveare e comunica alle altre api la sua scoperta.
Se la fonte di cibo si trova entro 25 m di distanza dall’alveare, l’ape esegue una danza circolare.
Se invece la fonte si trova a una distanza superiore ai 25 m, l’ape esegue anche la danza dell’addome. Una danza a forma di otto facendo ondeggiare l’addome con un ritmo che corrisponde alla distanza del cibo. Più lento è il movimento, maggiore è la distanza.
Le vibrazioni segnalano anche la direzione del cibo rispetto all’alveare al sole. L’angolo formato dalla direzione del sole e dalla direzione del movimento dell’addome indica la direzione in cui si trova il cibo.
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